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La Cina prevede da giugno 65 milioni casi Covid a settimana

La Cina prevede da giugno 65 milioni casi Covid a settimana

Il picco arriverà alla fine del mese, secondo l'esperto Zhong

ROMA, 24 maggio 2023, 10:59

Redazione ANSA

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Una donna si sottopone ad un tampone anti covid © ANSA/EPA

Una donna si sottopone ad un tampone anti covid © ANSA/EPA
Una donna si sottopone ad un tampone anti covid © ANSA/EPA

La Cina si prepara ad affrontare una nuova ondata di Covid-19 che arriverà al suo picco a fine giugno, con 65 milioni di casi a settimana. Lo sostiene Zhong Nanshan, considerato il massimo esperto cinese di malattie respiratorie, citato dal Global times. Zhong ha fatto queste osservazioni durante un forum scientifico a Guangzhou rivelando anche che presto saranno immessi sul mercato due nuovi vaccini per contrastare la variante Xbb e aggiungendo che probabilmente altri tre o quattro saranno approvati a breve. "Nello sviluppo di vaccini più efficaci, siamo in anticipo rispetto agli altri Paesi", sostiene l'esperto. 

Ma un esperto in Italia frena. "Non so come facciamo a fare questa previsione, ogni modello matematico applicato al Covid specialmente a Omicron che ha grande varietà di sottovarianti, non funziona. Credo sia una previsione un po' forzata, non la vedo assolutamente una cosa probabile proprio perché tutti i modelli, anche quelli più importanti hanno fallito, perché non è possibile modellare un virus che ha così tante variabili da poter mettere dentro un algoritmo, l'algoritmo stesso sbaglia, ti dà qualcosa che non è preciso. Quei 60 milioni che prevedono possono essere 600mila o 6mila'. Lo afferma Massimo Ciccozzi, direttore dell'Unita' epidemiologica all'Università Campus Biomedico di Roma.

"L'intervallo di confidenza sarà talmente largo - spiega l'esperto - che ci sono tantissime probabilità che quel numero sia un numero estremamente inferiore". "Finora tutti, Pfizer e Moderna , dicono che i i vaccini a mRna funzionano su tutte le varianti e sottovarianti di Omicron, e questa è una forma ricombinante di Omicron. A livello evolutivo siamo a posto e anche per quanto riguarda i sintomi che sono sempre molto leggeri, meno di un'influenza". "Questa variante - continua - diventerà prevalente ma poi ne verrà un'altra. Non dobbiamo terrorizzare perché non c'è preoccupazione. Se poi dovesse arrivare una variante diversa da Omicron, non dovremo più parlare di Xbb o forme varianti di Omicron. Se abbiamo a che fare con una variante che è differente da Omicron allora ne riparliamo. Però è vero che Omicron per ora è l'espressione un po' massima di questo virus".
   

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