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Ricerca e nuove tecnologie per difendere i fondali marini

 Grazie all'accordo fra Cnr e International Seabed Authority

09 maggio, 19:00
la nave Gaia Blu del Cnr la nave Gaia Blu del Cnr

Ricerca, nuove tecnologie e strumenti educativi per difendere i fondali marini: è questo l'obiettivo della collaborazione avviata fra Consiglio Nazionale delle Ricerche e International Seabed Authority (Isa). L'accordo è stato firmato, nell'ambito delle celebrazioni per i Cento anni del Cnr, dalla presidente dell'ente, Maria Chiara Carrozza, e dal segretario generale dell'Isa, Michael W. Lodge. La lettera di collaborazione prevede attività congiunte dedicate a far progredire la ricerca scientifica marina e a rafforzare l'interfaccia scienza-politica sui fondali marini che, oltre a essere cruciali per il funzionamento degli ecosistemi, sono altrettanto fondamentali per l'economia. La partnership punta inoltre a gettare le basi per nuove competenze su questioni legate al mare profondo, come l'esplorazione, la pianificazione della gestione ambientale e il trasferimento tecnologico, anche attraverso opportunità di formazione ad hoc a bordo della nuova nave oceanografica Gaia Blu del Cnr. Particolare enfasi, rileva il Cnr in una nota, sarà posta sullo sviluppo di nuovi strumenti educativi per conoscere e decidere circa l'ambiente marino e sull'emancipazione e la leadership delle donne nella ricerca in acque profonde. "C'è bisogno di cooperazione internazionale, soprattutto dove le domande sono semplicemente troppo grandi per essere risolte da una singola agenzia o istituzione", ha detto Lodge. "l'obiettivo deve essere creare sinergie e allocare risorse economiche dove sono più necessarie, come si evince dal piano d'azione dell'ISA per la ricerca scientifica marina a sostegno del Decennio delle scienze oceaniche delle Nazioni Unite", ha aggiunto. Per la presidente Carrozza, la collaborazione tra Isa e Cnr "conferma il duraturo sostegno che i ricercatori del Cnr hanno fornito al lavoro dell'Isa e alla comprensione condivisa del ruolo della ricerca d'alto mare, uno dei principali driver per l'economia blu sostenibile e la protezione dell'ambiente marino". (ANSA).

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