(di Francesco Nuccio)
Sono approdati in Sicilia con i
barconi, inseguendo il sogno di un futuro migliore. Ma invece di
rimanere chiusi in un centro di accoglienza, in attesa di
ottenere lo status di rifugiati, hanno scelto di mettersi a
disposizione per contribuire alla "bellezza" dell'isola. Insieme
agli archeologi dell'università di Ginevra partecipano a una
campagna di scavi in corso a Segesta che proprio in questi
giorni ha portato alla luce l'antica strada lastricata della
città ellenistica.
Il progetto "Archeologia solidale", siglato dal centro di
accoglienza Casa Belvedere di Marsala con il Parco di Segesta,
prevede che sei ragazzi richiedenti asilo ospiti della struttura
possano partecipare agli scavi. La mattina presto i migranti,
che dormono a Marsala, vengono trasferiti con un pulmino a
Segesta dove lavorano al fianco dell'equipe di archeologi. Sono
tutti musulmani e in questo periodo di Ramadan si fermano un'ora
per riposarsi, mangeranno solo al tramonto. Sono tutti giovani,
amici tra di loro e felici di partecipare a questo progetto,
fanno un mucchio di foto, raccontano alla famiglia questa nuova
esperienza di vita nella speranza che possa servire in futuro
anche a trovare una occupazione.
Come Monday, arrivato in Sicilia nel 2017 su un barcone dopo
un lungo viaggio attraverso l'Africa sub sahariana: "Ho lavorato
nei campi - spiega in perfetto italiano - ma qui è diverso, non
basta la forza ci vuole anche intelligenza. Siamo in un sito
archeologico che fa parte della storia della Sicilia e per me è
emozionante. Vorrei continuare a studiare per imparare non solo
la lingua ma anche la cultura del paese che mi ospita, insomma
fare qualcosa che possa rendermi utile".
Accanto a lui un ingegnere pakistano di 37 anni che ancora
non parla italiano, si occupa con cura di catalogare i reperti
in ceramica.
L'archeologa Alessia Mistretta, palermitana, da anni docente
di ruolo all'università di Ginevra, è entusiasta. "L'impegno di
questi ragazzi - dice - è encomiabile. Avevo avviato un
esperimento simile alcuni anni fa al Parco di Lilibeo a Marsala.
Adesso ci abbiamo riprovato con risultati che ci riempiono
d'orgoglio".
Una soddisfazione condivisa anche dal direttore del Parco di
Segesta, Luigi Biondo: "Guardare gli occhi di questi ragazzi
quando capiscono di aver trovato qualcosa di importante, è
impagabile. Si sentono partecipi di un momento della storia".
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