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Vivere in centro all'Aquila, 14 anni dopo ancora un megacantiere

La ricostruzione privata procede, la pubblica è più indietro. Il Comune: 'Il problema sono i tempi per i finanziamenti'. Il piano per le scuole. I commercianti chiedono parcheggi. I residenti: 'Ora serve la ricostruzione sociale'

   A 14 anni dal terremoto la vita nel centro dell'Aquila, il cantiere più grande d'Europa, non è ancora a misura di persona, racconta Roberta Gargano, tra i soci fondatori dell'associazione Città di Persone che raggruppa residenti e commercianti del centro storico.  "Tentennano l'illuminazione pubblica, il ritiro della spazzatura, gli allacci ai servizi. Mancano i parcheggi. Molti residenti non riescono ancora a rientrare per queste problematiche, sono infatti tante le case in affitto e in vendita", racconta Gargano puntando poi l'attenzione sulla mancata ricostruzione sociale, sull'aumento di psicofarmaci, droghe e microcriminalità. "Servono percorsi di partecipazione che ricostruiscano la città", afferma.

L'Aquila centro ancora cantiere: tanti disagi a 14 anni dal sisma



   

    Mentre la ricostruzione privata procede da anni, seppur con lentezze, la pubblica è più indietro. Ci sono appalti che non partono, ditte che falliscono, lavori che si sospendono o che hanno ritardi. "Molti interventi sono fermi - spiega il vicesindaco Raffaele Daniele - perché i soldi stanziati non sono in cassa. Il problema sono i tempi per il finanziamento".

    C'è poi la sofferenza dei commercianti: ben 800 hanno riaperto in centro ma alla crisi generale, amplificata dalla pandemia, si aggiunge la difficoltà di un megacantiere, con strade e piazze che vengono chiuse, clienti restii ad avvicinarsi al centro.

    "Lavorare qui è difficilissimo - racconta Ugo Mastropietro, presidente di Conflavoro Pmi L'Aquila -. Tante case ricostruite non vengono ancora riabitate per il problema dei parcheggi o per i tempi degli allacci ai servizi. I clienti che arrivano vengono da fuori e hanno difficoltà ad arrivare. Al Comune abbiamo chiesto parcheggi. Rischiamo di chiudere i negozi".




    Attualmente all'Aquila c'è un megaparcheggio, vicino alla Basilica di Collemaggio, gratuito. Collegato con un sottopassaggio al centro, ma il tapis roulant è fermo dal 2009; il percorso bisogna farlo a piedi anche con bagagli o buste della spesa. In futuro ci sarà una ristrutturazione.

    Attualmente, dal parcheggio parte una navetta, anch'essa gratuita. I commercianti hanno chiesto orari più ampi, senza interruzione all'ora di pranzo. Quanto ai parcheggi, l'assessora Paola Giuliani spiega che sono previsti ma non tutti di immediata realizzazione e per questo il Comune sta cercando di recuperare terreni per realizzarli in tempi più brevi.

    Altro capitolo riguarda gli istituti scolastici. Le famiglie che vivono in centro devono accompagnare in macchina i figli a scuola. Nella parte storica non sono previste scuole in quanto, afferma all'ANSA il sindaco Pierluigi Biondi, "non ci sono edifici che rispettano gli standard per garantire attività didattiche secondo modelli moderni". In futuro dovrebbero esserci scuole in un'area adiacente al centro, quella dell'ex ospedale psichiatrico di Collemaggio, che verrebbe così sottratta al degrado in cui versa da anni. "L'attuale amministrazione - prosegue Biondi - ha avviato un piano da oltre 31 milioni su 8 strutture scolastiche. Risorse cui si aggiungono 8 milioni del Pnrr per due scuole. Poi il Cipess ha deliberato lo stanziamento di ulteriori 33,3 milioni per cinque istituti".

    L'Aquila è anche tradizionalmente città universitaria. "Oggi è veramente complicato - racconta Tommaso Cotellessa, studente di Filosofia -. I trasporti sono difficili e le frazioni intorno alla città non hanno luoghi di aggregazione". Michela Santoro, residente in una zona del centro circondata da lavori, parla della convivenza con i cantieri: "I problemi sono i rumori, del martello pneumatico per esempio. E le polveri: vivo con le finestre chiuse". 

(enrica.dibattista@ansa.it)

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