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Morto Martin Adler, incontrò tre bimbi del 1944

La favola del soldato Usa e un incontro 77 anni dopo la guerra

La storia del soldato Martin Adler e il suo viaggio attraverso l'Atlantico per incontrare 77 anni dopo i tre bimbi incontrati durante la guerra in Italia, oramai ultraottantenni, avevano fatto il giro del mondo. Il veterano statunitense si è spento ieri a 99 anni, in Florida, "pacificamente e circondato dai suoi familiari", ha detto la figlia Rachelle.
    La lunga vita di Martin era diventata una favola, grazie all'appello lanciato sui social proprio dalla figlia, al lavoro di mediazione del giornalista Matteo Incerti che aveva permesso di rintracciare i tre protagonisti della foto che il giovane soldato, sbarcato per combattere i nazifascisti, scattò dalle parti di Monterenzio (Bologna), nel 1944. I tre bambini, Bruno, Mafalda e Giuliana Naldi sbucarono da una cesta, all'improvviso.
    Martin ha rischiato di sparargli, ma si fermò appena in tempo. Li ha ritrovati ottantenni, anch'essi genitori e nonni: "Sono felice, ho atteso tutta la vita questo momento", aveva detto, atterrando all'aeroporto Marconi di Bologna, il 23 agosto 2021.
    La loro immagine era rimasta sempre con lui. Scattare fotografie per Martin era un antidoto alla violenza, al suo ruolo di cecchino di guerra che dall'Italia ha portato con sé negli Stati Uniti decine di immagini di luoghi. Ma soprattutto di persone.
    La foto che lo ritraeva coi bambini fu scattata da un suo compagno d'armi, John Bronsky, morto nel 2011, facevano parte del 339th Infatry Regiment. Bronski e Adler erano entrati mitra in pugno in un'abitazione dell'Appennino tosco-emiliano, dove nel 2021 Adler è voluto tornare. "Bambini, bambini!", le parole ripetute da Martin nel suo viaggio della vita in Italia, tra il riso e il pianto, stringendo a sé i tre, ormai anziani, dopo aver portato cioccolato, come all'epoca, e una rosa.
    Nei mesi scorsi due dei tre 'bambini del 1944' sono morti, i fratelli Bruno e Giuliana Naldi. E l'estate scorsa è morto anche Matteo Incerti, il giornalista-scrittore reggiano che aveva fatto da mediatore per rintracciare i tre: sulla vicenda ha scritto un libro, 'I bambini del soldato Martin'.

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