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Caso Yara Gambirasio, l'autopsia di un'indagine

Caso Yara Gambirasio, l'autopsia di un'indagine

Bruzzone-Marinaro, via ogni dubbio su colpevolezza Bossetti

ROMA, 03 maggio 2023, 09:53

(di Daniela Giammusso)

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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ROBERTA BRUZZONE E LAURA MARINARO, "YARA. AUTOPSIA DI UN'INDAGINE" (MURSIA, PP. 204, EURO 17,00).
    Già , perché se il caso di Yara Gambirasio ha definitivamente spiegato agli italiani cosa sia il Dna, "chi pensa che a carico di Bossetti ci sia solo quello sbaglia - spiega Bruzzone - Certo, il profilo genetico sui leggins e sugli slip della vittima lascia indubbiamente una firma genetica e comportamentale sull'aggressione, che nel libro ricostruiamo. Ma che Bossetti fosse lì, ad esempio, lo dicono anche le cellule telefoniche". Lui però non ha mai ammesso le sue responsabilità.
    "Mai lo farà - assicura Bruzzone - È un soggetto con una personalità profondamente immatura e narcisistica. Tende a mentire e a deresponsabilizzarsi. Non si confesserà mai colpevole finché qualcuno fuori lo crederà innocente".l'ergastolo il muratore e padre di famiglia Massimo Giuseppe Bossetti, reo di un omicidio il cui movente sarebbe l'aggressione sessuale.
    "Eppure, c'è chi, in maniera molto pretestuosa, solleva ancora dubbi sulla sua colpevolezza". A raccontarlo all'ANSA è la criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone, che insieme alla giornalista Laura Marinaro, al tempo cronista sul caso, oggi firma "Yara. Autopsia di un'indagine" (ed. Mursia). Un saggio, presentato in anteprima al Salone del Libro di Torino il prossimo 18 maggio, nato "per mettere un punto" su "un'inchiesta unica nel suo genere", dice Bruzzone, e per "dare una risposta definitiva a chi non ha avuto accesso agli atti come noi". Un libro che ripercorre passo passo indagini e processo, anche tra criticità ed errori, sottolineando "anche la determinazione di chi ha condotto l'inchiesta, con la Pm Letizia Ruggeri in primis". E senza "fare sconti a nessuno ma 'depurando' il racconto da tutte le speculazioni che hanno cercato di intaccare la fondatezza della condanna all'ergastolo di Bossetti. Sulla cui colpevolezza - ribadisce - non c'è alcun dubbio".
    Già, perché se il caso di Yara Gambirasio ha definitivamente spiegato agli italiani cosa sia il Dna, "chi pensa che a carico di Bossetti ci sia solo quello sbaglia - spiega Bruzzone - Certo, il profilo genetico sui leggins e sugli slip della vittima lascia indubbiamente una firma genetica e comportamentale sull'aggressione, che nel libro ricostruiamo. Ma che Bossetti fosse lì, ad esempio, lo dicono anche le cellule telefoniche". Lui però non ha mai ammesso le sue responsabilità.
    "Mai lo farà - assicura Bruzzone - È un soggetto con una personalità profondamente immatura e narcisistica. Tende a mentire e a deresponsabilizzarsi. Non si confesserà mai colpevole finché qualcuno fuori lo crederà innocente".
    Sul caso di Yara come su quello di Sarah Scazzi, la quindicenne uccisa nel 2011 ad Avetrana, si sono spesi fiumi di inchiostro e migliaia di ore di programmi tv.
    Questo aiuta o complica le indagini? "Principalmente le complica", risponde la criminologa, oggi consulente della difesa nel caso della Strage di Erba. "In entrambi i casi - ricostruisce - abbiamo avuto ad esempio mitomani, che per dieci minuti di visibilità sono arrivati a mentire. Dall'altra parte, però, molti hanno parlato prima con le telecamere che con gli inquirenti. Io stessa, mentre lavoravo al caso di Sarah, mi sono ritrovata ad avere come fonte di prova alcune interviste rilasciate in tv". Intanto a giugno uscirà in libreria "La ragazza del bosco. La verità oltre l'inganno. Il caso di Serena Mollicone" (ed. Piemme Mondadori), che Bruzzone e l'avvocata Federica Nardoni dedicano all'omicidio della studentessa di Arce del 2011, ancora senza colpevoli dopo l'assoluzione dei cinque imputati. "Sono convinta - conclude - che questa storia debba avere un finale decisamente diverso dal processo di primo grado".
   

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