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ANSAcom - In collaborazione con Aferetica
Il trapianto di polmoni è il trattamento di riferimento per i pazienti con insufficienza polmonare terminale. In Italia, attualmente, sono più di 300 quelli in lista e il tempo medio di attesa è di 2,5 anni, anche perché solo il 20% dei polmoni disponibili è considerato ottimale e viene utilizzato per il trapianto. Questi tempi, uniti alla complessità del quadro clinico, determinano una alta mortalità in lista d’attesa, del 18-20 per cento. Partendo da queste premesse, sono nate le tecniche di perfusione, che consentono di tenere l’organo attivo, dopo il prelievo e prima del trapianto, per ricondizionarlo.
Uno studio italiano pubblicato su Transplant International, che ha richiesto 10 anni di lavoro, mostra per la prima volta che è possibile aumentare sensibilmente il numero degli organi idonei al trapianto, grazie a perfusione e depurazione, metodiche che permettono di recuperare una parte rilevante di organi altrimenti scartati. Non solo: è possibile anche aumentare il numero degli organi trapiantabili (76% rispetto al 67% di quelli non trattati) e migliorare drasticamente la sopravvivenza a un anno (100% rispetto al 64% di quelli non trattati).
Il trattamento terapeutico applicato è quello della rimozione delle citochine, molecole infiammatorie. Nello studio sono stati inclusi 54 trattamenti di perfusione d’organo, una casistica cospicua, e lo staff medico coinvolto fa riferimento al dipartimento di Chirurgia Toracica della Città della Salute e delle Scienze di Torino. La metodica e il sistema utilizzato fanno riferimento invece ad Aferetica (Pmi del Biomedicale di S. Giovanni in Persiceto), in partnership con CytoSorbents (USA) leader nei sistemi salva vita. “Lo studio - sottolinea Mauro Atti, Amministratore Delegato di Aferetica - non lascia dubbi sui migliori esiti clinici, sia nell’immediato post-trapianto (ridotte complicazioni post-intervento) sia in termini di sopravvivenza a un anno dal trapianto, significativamente maggiore”.
“Attualmente - aggiunge il professor Massimo Boffini, Dipartimento chirurgia Cardiovascolare e Toracica Citta della Salute e della Scienza Torino - la sola tecnica di perfusione ci ha consentito di incrementare del 20-30 per cento i trapianti di polmone effettuati. L’esperienza riportata in questo studio mostra come, grazie ad interventi attivi, come la depurazione dell’organo dalle citochine e altre molecole tossiche, questi numeri possano essere ulteriormente incrementati, sia come numero di organi disponibili, sia in termini di migliori decorsi postoperatori“.
ANSAcom - In collaborazione con Aferetica
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