Le forti tensioni politiche e la
polarizzazione hanno causato lo stallo del processo di adesione
del Montenegro all'Ue. È una delle principali conclusioni
contenute nella relazione sul Montenegro adottata dalla
commissione Affari Esteri del Parlamento europeo con 51 voti a
favore, 3 contrari e 8 astensioni.
Pur plaudendo all'impegno di lunga data di Podgorica per
l'integrazione nell'Ue, che continua ad avere un alto livello di
sostegno pubblico, gli eurodeputati affermano che l'incapacità
di costruire un consenso su questioni di interesse nazionale e
la mancanza di dialogo trasversale hanno ritardato i progressi
sulle riforme legate al processo di integrazione europea e fatto
precipitare il Paese balcanico in una profonda crisi politica e
istituzionale. Il rapporto sottolinea quindi l'urgente necessità
di stabilità politica e di progressi sostanziali nelle riforme
chiave legate all'Ue, in particolare le riforme elettorali e
giudiziarie e la lotta alla criminalità organizzata e alla
corruzione.
Nel testo, inoltre, si esprime una seria preoccupazione per
le interferenze straniere maligne, gli sforzi di
destabilizzazione, le minacce ibride e le campagne di
disinformazione da parte di attori stranieri in Montenegro, in
particolare quelli provenienti da Russia, Cina e Serbia. Gli
eurodeputati, infine, invitano le autorità a ridurre la
dipendenza economica dalla Cina e chiedono a Podgorica di
continuare ad avvalersi del Piano economico e di investimento
per i Balcani occidentali e dell'Iniziativa Global Gateway
dell'Ue per trovare alternative più ecologiche e trasparenti per
il finanziamento dei progetti infrastrutturali.
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