Il leader serbo-bosniaco Milorad
Dodik ha definito un successo la sua recente visita a Mosca,
dove ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin. "Abbiamo
parlato di vari temi, e ho avuto l'opportunità di riferire a
Putin del comportamento decadente dell'Occidente in relazione
alla persona che non è stata eletta legalmente alla carica di
Alto rappresentante", ha detto Dodik in una conferenza stampa a
Banja Luka, capoluogo della Republika Srpska, l'entità a
maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina della quale Dodik è
presidente. Il riferimento è al tedesco Christian Schmidt, Alto
rappresentante nel Paese balcanico del quale Republika Srpska,
Serbia e Russia non riconoscono la legittimità sostenendo che
non è stato eletto con un voto all'Onu. Con Putin, Dodik ha
affrontato anche la questione di come la Russia si comporterebbe
nel caso l'Alto rappresentante illegale' dovesse imporre proprie
decisioni alla Republika Srpska, fra l'altro sul problema delle
proprietà. "Ho detto che per noi vi sono due strade - una è che
cessiamo di esistere, l'altra è che preserviamo la nostra
autonomia. La risposta ricevuta è stata davvero incoraggiante.
Putin comprende la situazione e non lascerà sola la Republika
Srpska", ha detto Dodik. Forte è il dissidio con la componente
serbo-bosniaca e le sue crescenti aspirazioni secessioniste.
Dodik è poi tornato ad accusare gli ambasciatori di Usa e Gran
Bretagna a Sarajevo di comportamento ostile nei confronti
dell'entità a maggioranza serba di Bosnia. "Credono che siamo
una colonia, ed è per questo che la lotta contro il
colonialismo, per quanto ridicola possa sembrare, è una delle
questioni più importanti che dobbiamo risolvere. Noi serbi non
intendiamo avallare una nuova una nuova era sotto
l'amministrazione coloniale degli stranieri".
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