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Mito Vespa in mostra al Museo del Patrimonio industriale

Mito Vespa in mostra al Museo del Patrimonio industriale

Focus espositivo dal 2 dicembre al 3 marzo a Bologna

BOLOGNA, 01 dicembre 2023, 11:24

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Museo del patrimonio industriale del settore Musei Civici di Bologna inaugura sabato 2 dicembre alle 11 'Vespa Club Bologna. Una piccola grande storia su due ruote', focus espositivo dedicato al mito della Vespa, icona del motociclismo italiano nel mondo, nato dalla collaborazione con il Vespa Club Bologna. L'allestimento, realizzato accanto all'esposizione di un importante nucleo di 18 motociclette prodotte dalla casa bolognese M.M. recentemente concesse in comodato al museo, è visitabile fino al 3 marzo e comprende in mostra sette modelli.
    La storia della Vespa inizia nel 1946, quando la Piaggio decide di realizzare a Pontedera un veicolo pratico ed economico per rispondere alle esigenze di spostamento della popolazione dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il primo modello prende forma grazie agli studi dell'ingegnere aeronautico Corradino D'Ascanio, che disegna uno scooter con un'estetica unica e soluzioni innovative. Il progettista crea un veicolo a due ruote comodo e semplice da guidare, con una struttura monoscocca leggera ma resistente, la ruota di scorta per gli imprevisti e un motore a quattro tempi che garantisce affidabilità ed efficienza. Il nome Vespa fu coniato dallo stesso Enrico Piaggio, nipote del fondatore, per la somiglianza con l'omonimo insetto (grazie alla parte centrale molto stretta e quella finale più ampia) e per il ronzio del motore. Il successo fu immediato, conquistò milioni di persone e negli anni 1950-60 divenne un simbolo di emancipazione per gli italiani La storia di questo scooter è legata in modo significativo a Bologna, non solo perché in questa città è nato uno dei primi Club per gli amanti di questo mezzo ma perché tra il 20 e 21 maggio 1950 si tenne in Piazza Maggiore il primo raduno internazionale della storia vespistica che richiamò circa 5.000 vespisti provenienti da Italia, Austria, Francia, Germania e Svizzera.
   

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