Oltre quattromila litri di latte
raccolti, 40mila biberon per centinaia di neonati prematuri, più
di 500 mamme donatrici e 30 nuove donne reclutate ogni mese.
Sono i numeri della banca del latte della terapia intensiva
neonatale dell'ospedale Di Venere di Bari, giunta al 20esimo
anno di attività. A comunicarli è l'Asl Bari.
La Banca del latte umano donato (Blud) di Bari è uno dei più
longevi del Sud Italia: in Puglia l'altra banca del latte attiva
è nell'ospedale di San Giovanni Rotondo. ll prossimo obiettivo,
viene evidenziato, è la creazione di una rete regionale di banca
del latte, a disposizione di tutte le unità di terapia intensiva
neonatale pugliesi.
"Un traguardo importante - commenta il direttore generale
dell'Asl Bari, Antonio Sanguedolce - perché è la testimonianza
di un'esperienza di successo costruita negli anni, grazie alla
collaborazione dei medici e infermieri che vi hanno lavorato e
vi lavorano e, soprattutto, alla sensibilità della rete di mamme
donatrici che rendono così speciale questo servizio di mutuo
soccorso capace di garantire a tanti piccoli neonati un alimento
prezioso qual è il latte umano, anche quando per tante ragioni
viene a mancare".
"La sensibilità nel donare - spiega la referente infermiera
della banca del latte umano donato del Di Venere, Paola Albanese
- nasce proprio all'interno dell'unità di terapia intensiva
neonatale. Le prime donatrici sono le stesse mamme che hanno
neonati ricoverati in terapia intensiva, le quali ci chiedono di
donare il latte eccedente rispetto al fabbisogno del proprio
neonato". "Poi - aggiunge - vengono arruolate mamme sul
territorio, attraverso i contatti telefonici o via mail, oppure
quelle del nido dell'ostetricia con bambini nati a termine e
latte in eccesso: tutte insieme costituiscono il nostro piccolo
esercito di mamme donatrici, che vogliamo ringraziare una ad
una".
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