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Animali domestici, con pandemia boom nelle case italiane

Animali domestici, con pandemia boom nelle case italiane

Secondo ricerca You Gov e Readly ora poco tempo per accudirli

ROMA, 25 ottobre 2022, 23:59

di Marzia Apice

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cani e gatti soprattutto, ma anche pesci, uccelli, perfino rettili: con il dilagare del covid, a partire dal 2020 un italiano su quattro ha scelto di iniziare a prendersi cura di un animale. A rivelarlo è un'indagine svolta da YouGov e commissionata da Readly, l'app per l'abbonamento a riviste e quotidiani digitali. Secondo i dati, per il 35% degli intervistati la pandemia è stata il fattore decisivo di acquisto. Il 39% ha dichiarato di aver cercato la compagnia di un animale domestico per alleviare la solitudine in quel periodo; il 37% perché ha pensato che trascorrere più tempo a casa o lavorare da casa avrebbe reso più semplice la gestione dell'amico a quattro zampe. Il 29% ha deciso di dedicarsi alle cure di un animale domestico per fuggire dalle preoccupazioni quotidiane, mentre un italiano su quattro (25%) ha pensato che un cucciolo in casa lo avrebbe liberato dall'ansia. Per quanto riguarda il tempo dedicato, l'80% dei proprietari ha dichiarato di prendersi cura del proprio pet dalle 2 alle 4 ore; il 12% invece dedica agli amici a quattro zampe addirittura oltre 7 ore al giorno. Sulla scelta di quale animale accogliere, a vincere è il cane (43% degli italiani), seguito da gatto (39%), e poi via via da pesci (12%), uccelli (10%), criceti e cavie o conigli (6%), rettili (4%).
Ma ora che il forte stress e la paura da pandemia sono quasi un ricordo, come procede la convivenza uomo-animale? Se il 76% dei proprietari è felice della propria scelta, l'indagine evidenzia che invece per alcuni il progressivo rientro in ufficio e l'abbandono graduale dello smart working rappresenta un ostacolo alla cura del proprio animale domestico: oggi infatti il 16% degli italiani rimpiange la decisione di averlo accolto e il 9% afferma di non potersene più occupare. Il 7% non è sicuro di aver fatto la scelta giusta e per il 12% la fine dello smart working ha coinciso con la necessità di affidare il proprio animale a una pet-sitter.

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