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Al Museo Omero la casa di Barbie non vedente con 268 ausili

Al Museo Omero la casa di Barbie non vedente con 268 ausili

Ad Ancona in Collezione Design realizzata da Fabio Fornasari

ANCONA, 22 settembre 2023, 19:09

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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ANCONA - Arriva al Museo Tattile Statale Omero di Ancona la casa di Barbie non vedente (o ipovedente) realizzata dall'architetto e museologo Fabio Fornasari, aggiungendo alla Dream House originale della celebre bambola creata dalla Mattel ben 268 accessori che gli consentono di muoversi in autonomia. Ospitata nella Collezione Design del Museo, l'opera, unica nel suo genere perché frutto di un lavoro di trasformazione artigianale, è stata presentata in un incontro pubblico dal suo artefice e dall'ideatore dell'iniziativa Andrea Socrati.
    Nata nel 1959 dall'ingegno di Ruth Handler (1916-2002) che l'ha battezzata col diminutivo della figlia Barbara, si stima che la Barbie sia stata venduta in 150 Paesi per un totale di un miliardo di esemplari al ritmo di tre al secondo. Nella sua vita ha interpretato più ruoli, identificativi di altrettanti mestieri e aspirazioni femminili, suscitato polemiche e controversie legali, oltre ad aver avuto due fidanzati, molteplici amici di diverse etnie e viaggiato in tutto il mondo, parlando 50 lingue. Dopo essere stata accusata d'indurre le giovanissime all'anoressia per assomigliarle, ha arrotondato le sue forme (nel 1997) ed è stata anche l'astronauta Samantha Cristoforetti e la biologa Sarah Gilbert che ha contribuito a creare il vaccino anti Covid. L'ha ritratta perfino Andy Warhol, dopo Marilyn Monroe, e la Mattel l'ha ringraziato vestendo la bambola con un abito che porta sul davanti il viso dell'indimenticabile attrice da lui riprodotto.
    Ma al Museo Omero, Barbie è anche una designer che tiene in mano un iPad da cui fuoriesce l'immagine della sua casa in miniatura, una disabile con una protesi e una non vedente con un bastone bianco e rosa. Uno spazio reso rassicurante da sensori di movimento, bolliacqua parlanti, rilevatori di ostacoli, calendari tattili, lettori automatici e piccoli bottoni cuciti nei vestiti per riconoscerli. Un luogo del cuore e un rifugio dove tornare, da condividere con chi amiamo e che esprime la nostra personalità, proprio come Fornasari ha scritto nella sua "Intervista possibile: Omero incontra Barbie", letta da Gianluca Paliotti, voce della collezione Design, nel corso dell'iniziativa.
   

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