GENOVA - Ci sono i numeri delle persone che hanno lasciato l'Italia, circa 100mila all'anno, il 42% ha tra i 18 e i 34 anni e 15mila sono ricercatori e insegnanti universitari: un quarto del corpo docente italiano, infatti, lavora in università straniere. È questo lo spirito della sezione 'Cervelli in rete', i racconti di emigrazione di Rai Italia, che arricchisce il Mei, il Museo Nazionale dell'Emigrazione Italiana di Genova. Una sezione che contiene anche le interviste a chi si è affermato all'estero e che scaturisce da un protocollo d'intesa tra Rai e Mei per promuovere iniziative di carattere divulgativo e utile a favorire la conoscenza della storia delle migrazioni. "Un accordo - spiega il presidente della Fondazione del Museo dell'emigrazione Paolo Masini - che intende cogliere appieno le opportunità che "il sistema Paese" ci offre. Il Mei vuole essere la casa dei tanti italiani all'estero, del passato e del presente, e il luogo in cui si parla del contributo portato dai nostri connazionali nel mondo".
"Raccontiamo l'Italia nel mondo - aggiunge Fabrizio Ferragni, Direttore dell'Offerta Estero della Rai - e lo facciamo con unicità e qualità, con prodotti esclusivi capaci di una narrazione esclusiva. Al Mei si potrà riflettere sulle storie di chi è emerso lontano dall'Italia e, al tempo stesso, il museo sarà un volano per il cosiddetto 'turismo di ritorno'".
Il Mei "permetterà di diffondere le storie che conserva tra le sue mura e le numerose attività ad esso collegate: una nuova occasione per portare in alto il nome di Genova e attrarre sempre più visitatori e turisti", spiega il sindaco Marco Bucci.
La nuova sezione è un potenziamento dell'offera che permette al museo di crescere. "Come Regione sosteniamo questo presidio culturale - sottolinea il presidente e assessore alla Cultura Giovanni Toti - in grado di offrire un prezioso spaccato sulla storia di Genova e dell'Italia ma capace di guardare al futuro con nuove forme di divulgazione culturale, sempre più multimediali e digitali".
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