Mattia Toson e suo padre Roberto
avevano molta dimestichezza con le armi al punto che Mattia era
capace di sparare un colpo ogni secondo, per due serie di fila e
di centrare sempre il bersaglio, da distanze variabili dai 13 ai
31 metri, mettendo in mostra "piena consapevolezza ed abilità
nel maneggiare la pistola". Lo ha testimoniato oggi il
luogotenente dei carabinieri Gianluca Marchetti in servizio al
Nucleo investigativo di Frosinone ed istruttore di tiro
militare. Ha deposto nell'ambito della quarta udienza del
processo per la morte di Thomas Bricca, il 19enne di Alatri
ucciso da un colpo di pistola alla testa mentre era con gli
amici nella località Girone. Un delitto del quale sono accusati
i due Toson che avrebbero sparato per vendicarsi di due risse
avvenute nei giorni precedenti con il gruppo di Thomas.
In Aula sono stati mostrati quattro video in cui padre e figlio
sparano nel poligono di Veroli. Sono stati trovati nello
smartphone di Mattia. Che non fosse un tiratore non occasionale
lo ha evidenziato poi il titolare del poligono che ha dichiarato
oggi di aver registrato la presenza di Mattia 48 ore prima del
delitto.
Successivamente è stata la volta di sei Carabinieri che
parteciparono alle indagini: hanno esaminato le immagini delle
telecamere di videosorveglianza la sera del delitto stabilendo
l'ora precisa in cui lo scooter con due persone in sella arriva
e riparte dal Girone. In quel momento i due Toson - hanno detto
i testimoni - avevano i rispettivi cellulari spenti: sono
tornati operativi, alcuni minuti l'uno dall'altro, alle 20.50
cioè un'ora dopo l'omicidio.
Per la prima volta hanno assistito all'udienza, anche se in
video collegamento dalle carceri di Rebibbia e Velletri, i due
imputati. Si torna in aula il 7 giugno: saranno sentite l'ex
fidanzata di Mattia e la madre.
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