La solitudine dopo l'invasione
russa dell'Ucraina. Un eremo dedicato a San Nicola nelle
campagne di Mottola (Taranto) svuotato a causa dei rumori
lontani, ma comunque assordanti delle bombe. "Dovremmo essere in
tre ma adesso sono solo: i miei fratelli sono tornati in Ucraina
a causa della guerra: sono vicini al fronte più caldo dei
combattimenti e potrebbero indossare la mimetica e difendere il
loro Paese". Papas Ciriaco è un monaco ortodosso di rito
orientale che ha scelto come dimora un eremo. Celebra messa in
una chiesa ricavata da una stalla, snocciola la corda della
preghiera perché "la chiesa cattolica latina mi ha partorito,
quella ortodossa mi ha rigenerato con la vita monastica".
Con lui c'erano altri due monaci che però da qualche
settimana hanno lasciato l'Italia. "Sono stati richiamati in
patria: c'è il rischio che debbano imbracciare le armi. Spero
solo che questo conflitto che ci sta dilaniando, possa terminare
quanto prima. Così i miei fratelli potranno tornare qui", si
augura. La sua vita monastica, fatta di preghiere e lavoro, si
svolge in un luogo sperduto, circondato da alberi, da un cane e
tanti gatti. "Me li portano e io li adotto", dice mentre le
orazioni in musica dedicate al vescovo di Myra inondano il
piccolo monastero. Il monaco, che è anche sacerdote, è nato a
Ginosa 51 anni fa e dopo una vita di "eccessi e vizi di vario
tipo" ammette, ha ritrovato la strada verso Dio. "In verità è
Gesù che mi ha accolto e fatto innamorare di lui", riferisce
mentre intinge il pennello in colori ottenuti con tuorlo d'uovo
e aceto di vino bianco. Perché è un iconografo: ama disegnare e
dipingere icone. "Avevo sei anni quando in gita con la scuola,
mi addentrai in una delle tante grave di Ginosa. Rimasi
folgorato da Gesù detto il Nymphios. Da allora ho avuto spesso
visioni mistiche ma non ci avevo dato peso né lo avevo
raccontato ad anima viva. Poi crescendo mi sono successe tante
cose, molte davvero brutte. Ho deciso di prendere coraggio e
confidarle a un padre spirituale: allora è avvenuta la svolta.
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