Per l'ex assessore della Regione
Puglia, Alfonsino Pisicchio, l'esigenza cautelare è
insussistente perché non vi è più il pericolo che possa
reiterare reati simili a quelli che gli vengono contestati, così
come ha ipotizzato il gip Ilaria Casu nel provvedimento di
arresti domiciliari notificato il 10 aprile scorso. Il difensore
di Pisicchio, Salvatore D'Alusio, lo ha sostenuto oggi dinanzi
al Tribunale del Riesame di Bari al quale ha chiesto la revoca
della misura cautelare. Il difensore ha insistito sul fatto che
non vi è più l'attualità dell'esigenza cautelare perché i fatti
risalgono ad oltre quattro anni fa e perché Pisicchio non ha più
incarichi nella pubblica amministrazione da quanto è stato
esautorato dal governatore Michele Emiliano dal ruolo di
commissario straordinario dell'Arti, l'Agenzia regionale per le
tecnologie e l'innovazione. Il pm ha invece insistito per il
mantenimento della misura. La decisione è attesa entro il 3
maggio.
Pisicchio è stato arrestato per corruzione e turbata libertà
degli incanti in relazione alla gara d'appalto da 5,5 milioni
per la gestione della riscossione dei tributi del Comune di
Bari. I fatti risalgono al gennaio 2020. La gara - secondo
l'accusa - fu pilotata e in cambio Pisicchio e suo fratello Enzo
(anch'egli ai domiciliari) ottennero varie utilità (danaro,
assunzioni, promesse di assunzioni e un finanziamento illecito
per il loro partito) per l'opera di intermediazione svolta nel
rapporto illecito tra l'imprenditore che si aggiudicò la gara,
Giovanni Riefoli, ai domiciliari, e altri pubblici ufficiali
indagati, a cominciare dall'allora dirigente comunale Francesco
Catanese (anche lui ai domiciliari).
Proprio la rimozione di Pisicchio dall'incarico ha scatenato
accese polemiche politiche e un'inchiesta della Procura di Bari
per violazione del segreto istruttorio. Soprattutto per i
messaggi che l'ex assessore ha ricevuto la mattina del 10 aprile
da Emiliano che lo invitava a dimettersi ("dimettiti o ti
caccio") dopo aver appreso che l'indagine a suo carico aveva
"ripreso slancio". A questi messaggi, di cui ha parlato
Pisicchio dinanzi al gip durante l'interrogatorio di garanzia,
si sarebbe fatto cenno anche durante l'udienza di oggi.
Singolare è la tempistica della presunta fuga di notizie.
L'ordinanza del gip è stata depositata in cancelleria l'8 aprile
(alle 17.10), è pervenuta in Procura il 9 aprile ed eseguita la
sera del 10, in orario assai inusuale, dopo i messaggi di
Emiliano e le dimissioni di Pisicchio. L'ex assessore già
davanti al gip ha negato tutte le accuse: ha riferito del
regolare svolgimento della gara di appalto, così come ha detto
Catanese in sede di interrogatorio.
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