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Guediguian, 'per un mondo migliore serve un'azione collettiva'

Guediguian, 'per un mondo migliore serve un'azione collettiva'

Arriva in sala l'11 aprile il nuovo film, già alla Festa di Roma

ROMA, 07 aprile 2024, 20:03

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

 Continuare a impegnarsi per "rendere il mondo un posto migliore è necessario. È vero che la stanchezza in chi ci prova da tutta la vita è costante, ma lo è anche la volontà. Racconto nel film che combattere per questo è una festa, ma anche che a volte possiamo avere meno energie, demoralizzarci. L'importante è riprendersi e andare avanti".
    Parola di Robert Guediguian, che da oltre 40 anni insieme alla moglie, una delle più grandi attrici francesi, Ariane Ascaride, regala un viaggio di cinema dell'umano, della condivisione, attento alla realtà, intima e sociale delle persone. Il nuovo capitolo è 'E la festa continua', presentato alla Festa del cinema di Roma e ora in sala dall'11 aprile con Lucky Red.
    "La rassegnazione che esiste oggi nel mondo occidentale rispetto al modo di fare politica, in cui c'è sempre meno fiducia, non deve farci dimenticare l'importanza di ricostruire, partendo dalla base, dalla strada, dalla piazza, di un senso di prossimità. Senza un'azione collettiva il mondo sarebbe peggio di quel che è" aggiunge il cineasta. Nella storia si trae spunto da fatti reali "che rielaboro secondo il mio sguardo", ha spiegato alla Festa di Roma: il crollo nella sua città, Marsiglia, nel 2018, di due edifici che ha causato la morte di otto persone, e la scelta di Michele Rubirola, attivista eletta sindaco di Marsiglia a luglio 2020 che ha deciso di lasciare il ruolo pochi mesi dopo, a dicembre 2020.
    Protagonista del film è Rosa (Ascaride), infermiera e punto di riferimento da sempre, nel suo quartiere a Marsiglia, nelle lotte sociali per i suoi concittadini. Un disastro annunciato, però, mette in crisi le sue certezze. Sarà l'incontro con Henry (Jean-Pierre Darroussin), padre di Alice (Lola Naymark), giovane compagna di lotte e nuova compagna del figlio Sarkis (Robinson Stevenin) a rimotivarla, dando spazio anche ai propri sogni, sia sociali che privati.
    Questo film "è anche un passaggio di testimone per le nuove generazioni - ha sottolineato Ariane Ascaride -. Ci sono molti ragazzi che oggi si dedicano con grande passione a cause, come quella per l'ambiente. Abbiamo l'obbligo di aiutarli perché stiamo lasciando loro un mondo di merda che certo non hanno chiesto". In quest'epoca "mantenere la speranza è indispensabile. L'impressione è che il mondo stia affondando in abissi terribili. Per questo è importante mostrare quelle persone di cui non si parla mai, che agiscono insieme, per migliorare questa realtà". Nel film si racconta anche come la protagonista, viva da sessantenne un nuovo grande amore, anche fisico: "Per come veniamo spesso tradizionalmente raccontate, una donna come Rosa alla sua età non dovrebbe più avere una vita sessuale o amorosa. Una visione che, per fortuna, anche nel cinema sta cambiando, ma troppo lentamente. Spesso vediamo attori 50enni che hanno storie d'amore nei film con donne trentenni. Dovrebbe essere anche il pubblico femminile a dire basta. Abbiamo diritto a storie raccontate anche per le donne, basta storie solo per uomini, non è giusto dire che la nostra vita in quella sfera finisca a 50 anni. È qualcosa che ci influenza e ci porta a proibirci tante cose: dei limiti autoimposti che alcuni pensano siano naturali, invece sono culturali".
    Tra le chicche del film, una citazione musicale iconica da Il disprezzo di Godard: "Ho sempre amato quella musica (di Georges Delerue, ndr), ed aveva senso inserirla in quel momento. Penso che Godard ne sarebbe stato felice. È morto mentre giravo il film e ho avuto ancora più voglia di rendergli un omaggio".
   

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