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Mirella Serri e gli uomini contro

Mirella Serri e gli uomini contro

Per Longanesi la lunga marcia dell'antifemminismo

ROMA, 08 novembre 2023

Elisabetta Stefanelli

ANSACheck

MIRELLA SERRI, 'UOMINI CONTRO. La lunga marcia dell 'antifemminismo italiano ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

MIRELLA SERRI,  'UOMINI CONTRO. La lunga marcia dell 'antifemminismo italiano ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
MIRELLA SERRI, 'UOMINI CONTRO. La lunga marcia dell 'antifemminismo italiano ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

In Italia e nel mondo è in corso un attacco contro le donne, questo oramai è cronaca quotidiana evidente a tutti, ma che la battaglia degli ''uomini contro'' abbia radici lontane e a volte insospettabili, è assolutamente meno chiaro. Per questo leggere il nuovo, originale, saggio di Mirella Serri dedicato proprio alla non casuale ma strutturata, addirittura ideologizzata, avversità che gli uomini di destra e sinistra hanno costruito contro le donne è veramente importante. ''Questo libro è anche la storia del nostro dopoguerra al femminile e delle difficoltà che le italiane si trovarono ad affrontare: è la narrazione di un nemico oscuro, mai raccontato e assai poco conosciuto, che si è annidato nei luoghi più impensabili, nella propaganda, nelle istituzioni politiche, nelle teorie circolanti, sui giornali. E' la storia degli 'uomini contro', di avversari più o meno dichiarati, che in tante sedi e a tanti livelli alzarono impedimenti e intralci all'abbattimento dei ruoli a cui la dittatura aveva relegato il genere femminile''.
    'Uomini contro' è anche la storia di alcune donne esemplari, sicuramente anomale nell'orizzonte nazionale, a partire da Carla Capponi. La partigiana, medaglia d'oro al valor militare, è l'esempio di come anche nei Gap non c'era spazio per la parità di genere e oltre che contro il nemico esterno, i tedeschi invasori, si doveva spezzare la resistenza dei ''compagni'' di lotta che alle ragazze chiedevano solo di fare le ''finte fidanzatine''. Carla fu tra le protagoniste armate dell'attentato di Via Rasella e fece valere sempre il suo coraggio. Lo stesso fece Nilde Iotti, che nonostante volesse essere chiamata al maschile ''presidente'' quando divenne la prima donna al vertice della Camera nel 1979, è stata la donna che più di ogni altra ha combattuto per l'affermazione delle donne, a partire dal suo stesso partito dove era una specie di corpo estraneo portatrice di idee troppo innovative sulla parità uomo-donna. E tra i suoi avversari ci fu anche Enrico Berlinguer che non la voleva a capo della Commissione femminile. La storia si ripete sempre, a destra e a sinistra, e le scuse degli uomini per dire no, sono sempre quelle medievali con cui si bruciavano le streghe legate alla scarsa affidabilità, agli sbalzi umorali, e scemenze simili che pure hanno segnato la storia. Ottenere risultati è sempre difficile, anche perché, come ben dimostra Mirella Serri l'odio è ciclico e ritorna ad ondate a volte drammatiche, come il terribile capitolo dedicato all'influenza di Julius Evola su una parte della destra italiana che ha trovato il suo più oscuro capitolo nel massacro del Circeo. Poi dopo la stagione del femminismo anni Settanta il passo indietro dell'era di Silvio Berlusconi con l'idea della mercificazione che è ancora cronaca di questi giorni con la vicenda dei vitalizi alle ragazze che frequentavano le feste della sua villa. Ma raccontare il libro di Mirella Serri risulta veramente riduttivo, va letto.
   

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