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Rita Mattei, la strage dei bambini nella loro voce

Rita Mattei, la strage dei bambini nella loro voce

Scusate il disturbo, l'immaginaria isola delle vittime innocenti

ROMA, 21 gennaio 2024

di Elisabetta Stefanelli

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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RITA MATTEI, SCUSATE IL DISTURBO (edizioni All Around, pp. 220, euro 15,00).
    Sono tanti, più piccoli, più grandi, a volte mai nati: sono i bambini vittime della violenza del mondo, "una strage continua".
    A loro Rita Mattei dedica un libro straziante, drammaticamente bello, dal titolo emblematico, 'Scusate il disturbo', edito da All Around. Di disturbo queste vittime innocenti ne hanno dato ben poco, proprio nulla, ma hanno pagato lo stesso con la vita le situazioni estreme o anche la semplice circostanza che li ha visti soccombere con o a causa dei loro genitori.
    Rita Mattei, giornalista Rai, autrice di inchieste, reportage e libri su cronaca e mafia in particolare ma non solo, ha immaginato che queste vittime innocenti fossero tutte ospitate su di un'isola, "l'isola dei bambini perduti". Qui, incontrandosi, raccontano la loro storia alla piccola guida, Thiago, un bambino mai nato. Ogni storia un mondo, ogni storia un capitolo. "Sono così frequenti, così tante, ormai queste immagini terribili che dopo un po' abbiamo dimenticato le loro storie, i loro nomi", da qui la giusta volontà che ha portato Rita Mattei a scrivere questo bel libro, per ridargli voce.
    "Mi sono ritrovata qui, da un momento all'altro, insieme a tanti altri bambini che vengono da ogni parte del mondo. Mi ci vorrà un po' per conoscerli tutti", racconta Ranja, bambina di Gaza che ha il cuore rotto. "Tanti, come lei, vogliono la pace per tutti. Le guerre le fanno gli adulti che vogliono dimostrare di essere i più forti, molti di loro - come dice sempre papà - le fanno da lontano, da posti protetti, dove hanno cibo e un posto per dormire. E anche i soldi per comprare le armi". Ma non sono solo i paesi in guerra a portare via la vita ai bambini, succede anche in quelli apparentemente in pace. Come per Wadea, sei anni, che viveva a Will Country in Illinois, accoltellato con la madre da chi voleva vendicare le vittime di Hamas. O Federica, quattro anni, cancellata dalla bomba della "strage di Natale", il 23 dicembre del 1984 sul rapido 904. O i bambini uccisi con la madre, dai padri violenti a volte ancor prima di nascere come Hevan. O Giulia, 5 anni, nel racconto 'Una famiglia felice', uccisa con il fratello Gabriele, venti mesi, e la madre dal padre che voleva divorziare ma "il divorzio non mi avrebbe liberato dai figli", aveva detto poi alle forze dell'ordine.
    Quelli uccisi per errore, quelli vittime della mafia o del terrorismo, quelli rimasti su una nave o una spiaggia alla ricerca di un mondo migliore. Quelli uccisi come Valter che era a Marzabotto, vittima della strage nazista come altri 199 bambini. "Sono storie note e meno note ma tutte segnate da un tradimento. Il tradimento della naturale fiducia che i bambini ripongono negli altri, nel mondo che li circonda e nel futuro", spiega nella postfazione Raffaella Milano, direttrice programmi Italia-Eu di Save The Children. "Da questo libro emerge dunque l'urgenza di ascoltare i bambini, prima che finiscano di ingrandire il numero degli abitanti dell'isola di Thiago". Perché non c'è mai un perché quando muore un bambino.
   

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