(di Alessia Tagliacozzo)
Nei primi tre mesi del 2024 sono
state liquidate 187mila nuove pensioni, il 16,16% in meno
rispetto allo stesso periodo del 2023: il dato, secondo quanto
emerge dalle tabelle dell'Osservatorio Inps sui flussi di
pensionamento, è legato alla stretta introdotta dalla legge di
Bilancio sulle uscite anticipate, ma anche al calo dei nuovi
assegni di vecchiaia, di invalidità e ai superstiti.
Per la vecchiaia la spiegazione potrebbe essere legata
all'uscita anticipata di buona parte delle coorti che quest'anno
avrebbero raggiunto l'età di vecchiaia grazie alle diverse
Quote. In pratica i lavoratori nati nel 1957 che avrebbero
raggiunto nel 2024 l'età di vecchiaia potrebbero essere usciti
nel 2019 a 62 anni avendo almeno 38 anni di contributi grazie a
Quota 100.
L'importo medio delle nuove pensioni è di 1.225 euro con
grandi differenze tra le gestioni (888 euro medi per le pensioni
di vecchiaia e 2.017 per quelle anticipate, legate a un numero
più alto di contributi) e tra i settori con i dipendenti
pubblici con le pensioni medie più alte. Ma la differenza
maggiore è legata al genere con le nuove pensioni liquidate alle
donne che valgono in media 999 euro a fronte dei 1.473 medi
degli uomini (il 32% in meno). Il dato risente delle carriere
contributive più corte e delle retribuzioni in media più basse
delle donne ma anche del più basso tasso di occupazione
femminile, Per gli uomini le nuove pensioni ai superstiti sono
meno del 10% di quelle complessive con decorrenza nel primo
trimestre mentre per le donne sono oltre il 41% del totale. Per
le donne c'è stato un crollo degli accessi ad Opzione donna con
1.276 uscite a fronte delle 11.514 dell'intero 2023 dopo
l'innalzamento di un anno del requisito dell'età.
Le nuove pensioni liquidate con decorrenza tra gennaio e
marzo sono 86.031 per i lavoratori dipendenti del settore
privato con un importo medio mensile di 1.446 euro e 57.332 per
l'insieme dei lavoratori autonomi (coltivatori diretti,
artigiani e commercianti) per 867 euro medi al mese. Le pensioni
liquidate ai dipendenti pubblici sono state 18.905 per 2.268
euro medi grazie soprattutto al peso dei trattamenti anticipati
che sono oltre la metà del totale (10.287) per un importo medio
di 2.483 euro. Per i parasubordinati sono stati liquidati con
decorrenza nel primo trimestre 9.752 assegni per 221euro medi
al mese. Gli assegni sociali sono l'unica categoria in crescita
sul primo trimestre del 2023 con 24.955 assegni e 497 euro medi
al mese.
Il settore che ha avuto il calo più consistente per gli
assegni è quello dei dipendenti pubblici con il passaggio da
29.059 a 18.905 pensioni liquidate (-34,94%) con un calo
registrato per la vecchiaia e le anticipate ma soprattutto per
le invalidità (da 1.192 a 225 assegni ) e i superstiti (da
11.076 a 4.602). Se si escludono i parasubordinati e gli assegni
sociali le pensioni anticipate rispetto all'età di vecchiaia con
decorrenza nel primo trimestre sono state 56.660 con un calo del
10,83% mentre quelle di vecchiaia sono state 40,475 con un calo
del 14,97%. Il calo più consistente si è avuto per gli assegni
ai superstiti (46.770, -26,3%).
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