"Non stanno uccidendo solo la mia
reputazione, ma anche la mia carriera": l'ex numero 1 del tennis
mondiale Simona Halep, sospesa per quasi otto mesi per
violazione del regolamento antidoping, ha accusato gli organismi
antidoping di averla danneggiato ritardando l'esame del suo
fascicolo. La giocatrice 31enne, vincitrice del Roland-Garros
nel 2018 e di Wimbledon nel 2019, è stata provvisoriamente
sospesa dal 7 ottobre 2022, dopo essere risultata positiva al
roxadustat agli US Open di agosto. Questa molecola stimola la
produzione di globuli rossi ed è vietata dall'Agenzia mondiale
antidoping (AMA).
Halep rischia fino a quattro anni di sospensione in questo
primo caso. Ma lei assicura che gli esperti hanno dimostrato che
questa sostanza proibita è stata trovata nel suo corpo in
seguito alla contaminazione di un integratore alimentare e
protesta la sua innocenza, chiedendo di essere ascoltata. Aveva
accennato a fine aprile a una possibile udienza il 28 maggio.
Ma, ha scritto questa sera in un messaggio postato sui suoi
social, "l'ITF (ITIA) (International Tennis Integrity Agency che
agisce su delega della International Tennis Federation, ndr) ha
nuovamente e per la terza volta rinviato la mia udienza di un
mese". "Aspetto di essere processata dallo scorso ottobre (...)
ho chiesto, come previsto dalle norme antidoping, un rapido
dibattimento, è un mio diritto, è scritto nel regolamento",
continua la rumena, ancora n.34 nel ranking mondiale WTA.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA