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Maturità: negli ultimi anni pochissime bocciature, 0.1% nel 2022

Maturità: negli ultimi anni pochissime bocciature, 0.1% nel 2022

Ma in scrutini 4% circa lo scorso anno non ammessi all' esame

ROMA, 16 giugno 2023, 12:28

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La bocciatura all'esame di Stato è una paura comune e piuttosto diffusa tra gli studenti. Ma che, a conti fatti, non trova un grande riscontro nella realtà.
    L'incubo più ricorrente dei maturandi si scontra con i numeri sugli effettivi "fallimenti". Basta osservare i dati delle edizioni precedenti: ad esempio, lo scorso anno, gli studenti bocciati dopo le prove finali sono stati appena lo 0,1%. Una percentuale esigua, nonostante la scelta dell'allora ministro dell'Istruzione Bianchi di reintrodurre le prove scritte dopo le due edizioni segnate dalla pandemia, con la sola prova orale.
    Vuol dire 1 bocciato ogni 1.000 candidati.
    Ma il risultato dello scorso anno è solo l'ultimo di una striscia positiva che dura ormai da diverso tempo. Perlomeno dal 2017, quando la percentuale di bocciati in sede d'esame aveva sfiorato lo 0,5%. Nei cinque anni seguenti, invece, il tasso di successo è addirittura aumentato costantemente, a dispetto dei pesanti disagi vissuti durante l'emergenza sanitaria. Solo andando ulteriormente a ritroso nel tempo, si potrebbe dire che il destino non è sempre stato favorevole alle ragazze e ai ragazzi di quinto: in quel caso, in più di un'occasione, la 'scure' della commissione si è abbattuta sulle loro teste.
    Questo è quanto emerge dall'indagine condotta dal portale Skuola.net che ha messo in fila i risultati degli esami di Maturità che si sono susseguiti nel corso degli anni. La "severità" della Maturità, però, non è stata determinata tanto dalla durezza degli esami del passato quanto dalla maggior o minore flessibilità da parte dei docenti di commissione. In questo senso, il caso dell'esame di Maturità del 2007 è significativo: in quell'occasione i bocciati furono il 2,1% del totale dei candidati. Fu l'inizio di un periodo particolarmente duro per i maturandi. Innanzitutto perché, da quel momento in poi, sul loro percorso hanno trovato un nuovo ostacolo: lo scrutinio di fine anno, il momento in cui il Consiglio di classe decide chi ammettere all'esame.
    Una novità assoluta, se si considera che la precedente Riforma Berlinguer del 1999, di fatto, non poneva vincoli all'ammissione all'esame. Una "selezione all'ingresso" che, dopo un decennio, è diventata una consuetudine utilizzata dai docenti per evitare, forse, la grande delusione all'esame: nel 2017 i bocciati prima della Maturità furono il 3,9%, nel 2018 il 4%, nel 2019 il 3,9%.
    Significativo, poi, quello che è successo nel 2021 e nel 2022: forse a causa delle lacune accumulate durante la pandemia, i consigli di classe furono costretti a fermare, rispettivamente, il 4% e il 3,8% degli studenti di quinta superiore.
    Per quanto riguarda, invece, i bocciati all'esame, sempre nell'ultimo quinquennio, le percentuali confermano la benevolenza delle commissioni d'esame. Tradotto in numeri, dal 2017 ad oggi si è assistito a un progressivo miglioramento delle performance dei maturandi: dallo 0,5% di bocciature nel 2017, passando per lo 0,4% del 2018 e lo 0,3% del 2019. Fino ad arrivare ai tempi più recenti: nel 2021 e nel 2022, i bocciati all'esame furono rispettivamente lo 0,2% e lo 0,1%.
    Quando si arriva all'esame, dunque, almeno finora il successo è quasi garantito. Negli ultimi anni, inoltre, abbiamo assistito anche alla crescita dei voti di diploma. Le cause, probabilmente, sono da ricercare sempre nell'emergenza sanitaria, che potrebbe aver indotto ad adottare un approccio benevolo. Ma anche al format d'esame, con una commissione interna in luogo di quella mista (il presidente è sempre rimasto esterno). Nel 2021, con il solo maxi-orale, si è registrato un netto aumento rispetto al 2019 (ma anche al 2020) dei diplomati con il massimo dei voti (100/100): si è trattato del 13,5%, contro il 5,6% di diplomati col massimo dei voti nel 2019, quando era ancora in vigore il formato pre-pandemico.
    Lo scorso anno, infine, il ritorno delle prove scritte ha nuovamente rovinato i piani a molti maturandi: nella scorsa edizione le studentesse e gli studenti usciti con cento sono stati il 9,4%.
   

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