ll Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza (Pnrr), nonostante sia da oltre un anno elemento di
dibattito politico, continua ad essere un oggetto misterioso
nella percezione dei cittadini. Circa sette intervistati su
dieci (68%) affermano di averne "nessuna" o "scarsa conoscenza".
Uno strumento ritenuto salvifico ma sconosciuto. In questo
contesto generale il 40% dei cittadini intervistati pongono
fiducia nel Governo per favorire la ripresa economica del paese,
seguita dal mondo dell'impresa (39%) e dal mondo dell'Università
e della Ricerca (25%), mentre è scarsa la fiducia nei partiti
politici (solo 8%). Per i cittadini è alta la preoccupazione che
la grande mole di denaro che promuoveranno gli investimenti
pubblici possa favorire infiltrazioni mafiose. Ben l'88% ritiene
che il Pnrr porti il pericolo di corruzione e infiltrazioni
mafiose. Nello specifico, il 51% degli intervistati si dichiara
"allarmato" riguardo alla possibilità di infiltrazioni mafiose e
ritiene che il rischio sia particolarmente elevato, visto
l'ammontare delle risorse e le procedure emergenziali previste
nell'impiego dei fondi europei. Il 37%, invece, mostra un
atteggiamento "rassegnato", dando per scontato il rischio,
analogo a quello di tutti gli investimenti pubblici. Solo il 9%,
uno su dieci, risponde con "ottimismo" che, grazie alle
particolari norme messe in atto, il rischio criminale sia
inferiore rispetto al solito. Sono i risultati della terza
ricerca di Libera curata da Demos sulla percezione dei cittadini
della corruzione e delle mafie partendo dai fondi per la
ripresa.
Alla domanda 'quali attività economiche rischiano
maggiormente di legarsi alla presenza mafiosa tra quelle che
saranno sostenute dall'arrivo dei fondi europei', il 52% dei
cittadini intervistati mettono al primo posto il settore
dell'edilizia, oppure la possibilità di infiltrarsi nello spazio
"green" con lo smaltimento dei rifiuti (51%), seguito dalla
sanità con il 26%. Come emerge dalla ricerca una componente
molto ampia di cittadini ritiene che occorra rafforzare il
controllo dell'Anac (26%) assicurare massima trasparenza dei
bandi (25%) e rafforzare i poteri della Procura Nazionale
Antimafia(22%).
"La discussione di questi giorni sui progetti e la tempistica
dell'attuazione del Pnrr - commenta Francesca Rispoli, ufficio
presidenza di Libera - è più concentrata sul rimpallo reciproco
di responsabilità d che sulle modalità e gli interventi da
mettere in campo per non perdere un'occasione che il Paese non
può perdere. I risultati della ricerca ci dicono che i cittadini
non ne conoscono con precisione l'entità e la destinazione, ma
sanno che si tratta di molti soldi, gestiti dall'ente pubblico.
Vogliono essere protagonisti, vogliono sapere ma per attivarsi
bisogna conoscere".
Molti i problemi - osserva Libera - che minano l'attuazione
degli investimenti da 235 miliardi di euro e monitorarli è
un'impresa complessa, specie per le amministrazioni del
meridione. Meno di una su tre ha fornito i dati richiesti
tramite Foia (ossia il dispositivo giuridico che garantisce il
diritto di accesso ai documenti, dati e informazioni delle
pubbliche amministrazioni), rispondendo all'indagine partecipata
di monitoraggio del Pnrr, organizzata da Libera e lavialibera
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