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'Salviamo prati stabili e pastori', manifesto firmato da 30 Enti

'Salviamo prati stabili e pastori', manifesto firmato da 30 Enti

Consegnato a Cheese al ministro Lollobrigida

BRA (CUNEO), 16 settembre 2023, 10:45

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Salviamo i prati stabili, "perfetto equilibrio tra natura ed essere umani", i pascoli e i pastori. È il manifesto, messo a punto da oltre 30 tra Enti di ricerca e organizzazioni della società civile italiana, presentato a Cheese, la rassegna internazionale sui formaggi a latte crudo che si tiene fino al 18 settembre a Bra (Cuneo).
    Il documento è stato consegnato al ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, al presidente delle Regione Piemonte, Alberto Cirio, e alle altre istituzioni presenti a Bra. "L'adesione è aperta a tutti: istituzioni, associazioni, aziende private, ma anche singoli individui".
    "Slow Food - spiega la presidente Barbara Nappini - si impegna a mappare i prati stabili italiani e a fornire ai consumatori gli strumenti per riconoscere i prodotti che ne derivano. Alle istituzioni chiediamo di rendere accessibili i pascoli ai giovani, migliorando i servizi nelle aree interne, agevolando il loro lavoro" I prati stabili "riflettono il perfetto equilibrio tra natura ed esseri umani, tra rispetto dell'ambiente e produzione, sono importanti serbatoi di carbonio, oasi di biodiversità, argini al dissesto idrogeologico, - sottolinea Slow Food - ma stanno scomparendo, in montagna per l'avanzare del bosco e in pianura per la cementificazione e l'agricoltura intensiva. Non sono arati, seminati, non sono trattati con la chimica di sintesi, ma non sono neppure selvatici. Non possono essere abbandonati, devono essere gestiti, richiedono attenzione e competenza".
    La politica ha il dovere di sostenere chi lavora bene, questo il messaggio del fondatore di Slow Food, Carlo Petrini. I comportamenti virtuosi, dice Petrini "devono essere retribuiti in modo equo. Non si può più parlare di qualità senza pagarla, ripetere che siamo i migliori del mondo e giocare invece al ribasso. Il diritto alla qualità spetta a tutti, ma abbiamo il dovere di riconoscere il giusto valore, perché il lavoro che fanno i pastori, in primis, di cura dell'ecosistema e di rivitalizzazione delle zone impropriamente dette marginali, non ha prezzo".
   

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